A mio padre 2

Ci sono telefonate che non vorresti mai ricevere. La mia è arrivata in ufficio, poco dopo le 5, e dall’altro capo c’era mia mamma, in lacrime. Dopo due settimane di relativa stabilità, mio papà ha avuto una crisi e si è improvvisamente aggravato. Le speranze sono poche.

Scrivere qui sarà anche catartico, ma davvero non so dire cosa sto provando. Ieri sera, mentre lo guardavo, mi sentivo come si mi fosse stata strappata una parte da dentro, come se fossi improvvisamente vuoto. Poi ho realizzato che non è vero, che lui sarà sempre dentro di me e che invece di sentirmi vuoto mi sento zoppo.

Lui c’era sempre, per me, potevo chiamare a qualsiasi ora con qualsiasi richiesta e lui c’era, e se aveva altri impegni trovava il modo di disdirli e veniva da me, anche per cose apparentemente banali. E io, in fondo, facevo lo stesso per lui, tutte le volte che non si capiva col computer o con qualche altro apparecchio elettronico. Magari mi facevo sospirare qualche tempo di più, ma poi c’ero.

Quello che oggi io sono dipende molto da lui, non so se lui lo abbia mai capito. Non so se si sia reso conto che quello che ha fatto per me non sono state tanto le cose che mi ha detto, perchè in fondo lui era di poche parole, ma quello che ha fatto e soprattutto come lo ha fatto, il suo modo di comportarsi e di essere.

Uno dei ricordi che avrò sempre di lui era quando tornava a casa dal lavoro, io lo sentivo arrivare e lo aspettavo in cima alle scale. Lui arrivava stanco, mi salutava, andava di sopra a cambiarsi e poi scendeva, ed iniziava la serata. Col tempo ho capito che quel suo andare di sopra era il suo tempo di “decompressione”, il suo chiudere la porta su tutti i problemi ed i casini del lavoro per potersi dedicare totalmente alla sua famiglia. E io ero contento anche solo di vederlo arrivare, solo per poterlo salutare subito, e dargli il mio piccolo ‘bentornato a casa’.

Poche volte ci siamo detti quello che provavamo l’uno per l’altro, e questo è il mio rimpianto più grosso. Non so quanto lui fosse contento di me, di come era diventato suo figlio. So quanto ero orgoglioso io di lui, di come era, di come mi aveva cresciuto e di tutto quello che aveva fatto per me. Tante volte avevo avuto voglia di dirgli anche solo quanto gli volevo bene, ma poi l’ho fatto tropo poche volte.

Gliel’ho detto ieri sera, mentre lo baciavo e lo accarezzavo, sul letto, in coma. Se Dio c’è, e io so che c’è, papà mi ha sentito.

2 thoughts on “A mio padre

  1. Reply Serenissima Set 17,2008 08:21

    …si è aggravato… questo non avrei mai voluto leggerlo. Sarà perché il mio ottimismo è incrollabile, ma speravo e credevo in un miglioramento.
    Continuerò comunque, prima di dormire, a dedicare un pensiero anche per la guarigione del tuo papà e per la tua serenità.
    Penso a come mi sono sentita la mattina che mio padre è entrato in sala operatoria ed ha lasciato sul comodino un biglietto d’addio per mia madre e me e credo che tu ora ti senta così…

    …un abbraccio…

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