Ho messo via

“Mi sto facendo un pò di posto, e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n’è stato, ce n’è e ce ne sarà”

Sono nel mezzo di una fase di riordino. Dalla casa dei miei, che mamma sta ripulendo con una forza di volontà ammirevole, stanno riemergendo un sacco di cose. Sono state amorosamente custodite nel corso di tutti gli anni di vita familiare, con tutti i ricordi inevitabilmente connessi: i quaderni di scuola, le vecchie pagelle, i compiti delle elementari, le letterine scritte per la festa della mamma e del papà – e, a leggerle ora, la ferita ancora aperta ritorna a far male.

Per fare posto in casa mia a questi nuovi-vecchi ricordi (perchè, almeno per me, è impossibile buttarli via), qualcos’altro deve sparire: non vivo certo in un palazzo infinito. E la scelta è caduta sul mucchio dei vecchi film in VHS, anche questi accumulati nel corso degli anni con la passione del cinefilo ed ora confinati dal progresso in uno scatolone in cantina: condannati all’oblìo dai DVD prima e dai divx poi.

Fa male separarsene, ma lo so che non li guarderei mai più; gli infruttuosi tentativi di venderli sono stati l’epitaffio definitivo, anche se fino ad ora avevo cercato di ignorare la sentenza. Quindi, via con la trafila dello smaltimento, separando la cassetta (che è rifiuto secco) dalla custodia in cartoncino (carta e cartone) e da quella in plastica (no, queste però le tengo, hai visto mai che mi servano…).

E in quella, mentre lascio che la mia razionalità da adulto mi impermeabilizzi, arriva Andrea. “Papà, vuoi vedere cosa c’è nella mia scatola delle meraviglie?”. Certo, come no. E apre una scatoletta iniziando ad estrarre –  una alla volta – una serie indicibile di piccole cianfrusaglie: graffette, un metro di cartone, 4 gomme per cancellare, un sasso, eccetera eccetera.

Arriva anche il turno di un frammento di (forse) carta di caramella. Suggestionato da quello che IO sto facendo, mi aspetto che quella la butti. Invece, serafico, la posa da parte con le altre cose dicendo “Questa la mettiamo lì, che non appiccica”. Logica indiscutibile.

Sorrido. Arriverà il momento in cui anche lui dovrà affrontare quello che sto facendo io, in cui l’essere adulto ti dirà “ma dove ce l’hai il tempo di guardare quei film? lo spazio ti serve, buttali” e prenderà il sopravvento sul bambino che dice “ehi, ma questi film ti piacciono!”. Ma è per queste cose che lui è il bambino e io sono l’adulto.

L’esposizione delle “meraviglie” finisce, Andrea le rimette nella scatola e saltella via felice. Io torno alle mie cassette, le riguardo, ne prendo un paio e le metto da parte. Queste le tengo. Va bene adulto, ma senza esagerare…

“Ho messo via i rimpiattini, dicono non ho l’età
se si voltano un momento io ci rigioco perchè a me… va”

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