Non ero preparato

Sono a casa, in ferie, senza nulla di particolare da fare se non riposarsi e stare tranquillo. E, naturalmente, obbedire alla moglie e svuotare la cantina.

Così, dopo aver ammucchiato un bel po’ di roba da buttare, cartoni, plastica, vestiti vecchi, si carica la macchina e si va al CARD (per chi non lo sapesse , trattasi del Centro Autorizzato di Raccolta Differenziata). E lì, mentre mi avvio col sacco dei vestiti vecchi verso il cassonetto della Caritas, mi corre vicino un bambino e mi fa: “Signore, signore, no buttare lì, aspetta, adesso arriva mamma papà guardare, no buttare”.

Un pugno allo stomaco mi avrebbe fatto meno male. Non ero preparato, non in Italia, non a questo. Per quanto sapessi che è realtà, che succede anche al giorno d’oggi, e non serve andare in una zona di guerra o sottosviluppata, sono stato preso di sorpresa. È arrivata la madre con un altro bimbo, e il padre mi ha chiesto di lasciargli il sacco perchè potessero darci un occhio prima, e poi lo avrebbero messo loro nel cassonetto. Gliel’ho lasciato, e me ne sono andato, con l’amaro in bocca.

Credo che non mi abituerò mai a queste cose. Anzi, ripensandoci: piuttosto che il mo cuore si indurisca, spero di non abituarmi mai a queste cose.

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